“Le mie considerazioni riguardo la Caserma Pozzuolo del Friuli e più in generale sull’idea del Museo della Città le avevo esposto pubblicamente all’assemblea di Italia Nostra del 18 gennaio, in cui ci siamo incontrati, e quindi non ritenevo di doverle riprendere ulteriormente, ma evidentemente mi sbagliavo e di questo mi scuso”. Alla seconda sollecitazione pubblica arriva finalmente la risposta dell’assessore all’urbanistica Roberta Fusari alla lettera del professor Ranieri Varese, pubblicata da Estense.com, nella quale lo storico e docente Unife ribadiva la proposta di trasformare la ex caserma Pozzuolo del Friuli nel “Museo della città”. La Fusari si scusa per la mancata risposta alla missiva del 28 gennaio, ma non muta la posizione del Comune di Ferrara sulla destinazione d’uso della struttura e, più in generale, sull’opportunità di dar seguito alla proposta di Varese.
L’idea del docente ferrarese, in sintesi è quella di di trovare un utilizzo pubblico per gli immobili che fanno capo alla Cassa Depositi e Prestiti, che nel settembre scorso ha acquisito alcuni beni demaniali, sottraendoli al piano di dismissioni e pianificando investimenti per future valorizzazioni. In questo progetto il Comune di Ferrara ha però fissato alcuni paletti sulla destinazione d’uso degli immobili, che potranno diventare zone residenziali, studentati, centri commerciali o – opzione più probabile per l’ex caserma di via Cisterna del Follo – spazi per i parcheggi. Ma la proposta di Varese è un altra: perchè non utilizzare questo spazio per dar vita al museo della città?
La prima ragione del rifiuto dell’amministrazione è quella economica, dal momento che l’ex caserma non rientra nel patrimonio immobiliare del Comune di Ferrara e sarebbe quindi necessario un nuovo passaggio di proprietà. “Come ho ampiamente esposto la mattina del 18 gennaio – afferma l’assessore all’urbanistica -, la Caserma di via Cisterna del Follo è un bene demaniale, dello Stato, non è nelle nostre competenze, e il recente passaggio alla Cassa Depositi e Prestiti ne ha confermato la volontà statale di farne un bene da valorizzare attraverso una vendita. Si tratta di oltre 20 mila metri quadrati di superficie lorda da recuperare e in parte restaurare, e altrettanti 20 mila metri quadrati di recupero e risanamento di aree libere (di cui 4.700 destinati al ripristino del giardino di Schifanoia). È evidente che l’importo per l’acquisto del bene più il valore necessario per tale recupero ne farebbero un impegno tale da dover annullare tutti gli altri impegni in ambito di edilizia culturale dell’amministrazione comunale”.
Ma il dubbio vero della Fusari riguarda l’idea stessa di istituire un “Museo della città”, operazione giudicata superflua in un centro storico che dovrebbe essere per sua natura una sorta di museo a cielo aperto. “Non credo – sostiene l’assessore – che il punto sia questo (la questione economica, ndr), quanto piuttosto valutare la necessità di avere un Museo della Città a Ferrara. Questa amministrazione si è già espressa sul tema, ritenendo che la città stessa debba essere il museo della città, e che la si debba conoscere vivendola nei suoi molteplici musei e nelle sue piazze, vedendo e attraversandone gli spazi e i monumenti. L’impegno attuale è rivolto alla riapertura del grande Massari e di Schifanoia completamente rinnovati, al completamento di Casa Minerbi e al recupero di Palazzo Niccolini, tra gli altri. Per questo motivo riteniamo che un Museo della Città non sia nelle “corde” della nostra città e tra le politiche culturali che abbiamo previsto”.
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